giovedì 23 ottobre 2014

un piacevole tormento nel mio ventre



Donna: Che cosa vuoi farmi? 

Uomo: Legarti le mani. 

Donna: Perché? 

Uomo: Perché tu perda una libertà… e ne acquisti un’altra: / quella di essere in mio potere. / Così ti vendichi del mondo, e tremi / di una libertà che ti soffoca di gioia… 

Donna: Mi soffoca di gioia, forse, perché perdo ogni via di scampo? 

Uomo: Sì, accettando di essere nelle mie mani. 

Donna: E questo accettare, anzi volere /ciò che non potrei evitare, accresce ancora la mia gioia? 

Uomo: Sì, come ogni cosa che si ripete. 

Donna: E cosa farai dopo? 

Uomo: Ti legherò anche i piedi, / perché tu non possa più alzarti e muoverti. / Perché tu stia come una bestia legata, con la fronte bassa, / con la bocca piena di saliva, / con gli occhi luccicanti di gratitudine, / d’accordo, per bestiale dolcezza, / col suo Padrone che vuole ammazzarla. 

Donna: E cosa farai quando sarò legata? 

Uomo: Niente, per qualche ora… / O forse per tutta la notte.. o per molte notti di seguito… / Niente. Basterà che tu sia legata, / senza più la tua libertà, / ma solo con la libertà bestiale / del tuo essere felice. 

Donna: Mi spoglierai nuda? 

Uomo: Non del tutto. Voglio che tu senta, / per tua vergogna, che io provo vergogna per te. 

Donna: E quando sarò così, mezza nuda, cosa mi farai? 

Uomo: Per molto tempo, come tu terrai dentro di te / la felicità di essere legata, io terrò dentro di me / la felicità di averti legata. / Sarà un sentimento spasmodico, non privo di ironia: / e se non si trasformerà ancora in un’erezione / si depositerà come un piacevole tormento nel mio ventre.


- Pier Paolo Pasolini